1. Chi lo sa alzi la mano adesso
    o taccia per sempre

    AvatarBy slice il 28 April 2016
     
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    Siccome non avevo un leprocauno da fare, sono andata a Salalah. Sono ancora là... Qua! Sono venuta a Salalah, quindi? Non lo so, l'italiano mi sta lasciando, reqiuem per l'italiano. In ogni caso: dov'è Salalah? È in Oman.
    E dove fungo è l'Oman??
    L'Oman è un pacifico e friendly sultanato nel golfo del male. Confina a sud ovest con il bellicoso Yemen, a ovest con la temibile Arabia Saudita, a nord con gli Emirati Arabi e per il resto con l'oceano indiano. Salalah è la seconda città, è situata nell'estremo sud tra l'oceano e le montagne, 175.000 abitanti circa. A nord c'è la capitale, Muscat, invece, e diciamo che siamo piuttosto intorno al milione di abitanti.
    A Salalah la benzina costa 30 o 40 centesimi al litro, il Reale omanita vale 2 euro e 30 circa, c'è un'inflazione di indiani, soprattutto del Bangladesh, il kebab è molto meno fast food e più cibo raffinato, pure buono, e usano i marciapiedi per le auto. Pensandoci, chi esce a piedi con 'sto caldo? Solo io, infatti, che rischio di essere arrotata sui marciapiedi.
    Grazie al fatto che siamo un sandwich sabbioso tra oceano e monti, in luglio e in agosto ci sono i monsoni, perciò giugno è il mese più caldo. Fuori ci sono già dai 32 ai 45 gradi, certi giorni è umido come se piovesse, ma non piove, dentro ogni struttura c'è l'aria condizionata a 3 gradi, ho avuto mal di gola per tre settimane, e devo spicciarmi a rientrare quando compro il latte altrimenti diventa burro dal negozio a qui. Di contro i vestiti si asciugano dopo che li hai stesi fuori, secondo più, secondo meno.
    Gli stranieri sono ben visti, accolti e persino incoraggiati, grazie alla lungimirante politica di Sua Maestà il Sultano che ha permesso al Paese di crescere e svilupparsi come non era riuscito a fare con nessun altro dei predecessori. L'esercito è quello del Sultano, ma c'è anche quello inglese, soprattutto al confine con quel cazzaro dello Yemen, dove c'è la guerra civile; quindi ci sono tanti inglesi e la lingua la si parla più o meno male dappertutto. Ma ci sono anche un sacco di comunità: pakistana, indiana, iraniana, afghana, siriana...
    Le donne sono ampiamente rispettate. Indossano la Abaya, o come si scrive, è il vestito tradizionale omanita: va detto che mentre a Muscat sono molto più moderni, Salalah è rimasta tradizionalista, anche perché fino a pochi anni fa era la casa del Sultano. Comunque. Se coprirsi il viso o meno lo decidono i coniugi; il punto è che quando siamo bambine e vediamo mamma che si mette il rossetto vogliamo farlo anche noi e le ragazzine qua crescono vedendo mamma coperta, vogliono farlo perché per loro significa diventare grandi come la mamma. Com'è giusto che sia. Ognuno ha la sua cultura, solo perché a noi starebbe stretta non significa che a loro non stia bene. È importante che non ci sia un regime a imporlo, questo sì.
    Le donne possono andare in giro da sole, guidano, lavorano, studiano, le macchine si fermano per farle passare e i commessi gli portano la busta della spesa. Mangiano in pubblico senza il velo piccolo che copre metà faccia oppure lo sollevano, altrimenti vanno nelle family room: i ristoranti hanno quest'area apposita suddivisa in piccoli spazi di modo che una donna possa mangiare fuori con la sua famiglia senza dover tenere il velo.
    Ho visto uno sbaderno di Toyota, in giro, mentre noi abbiamo noleggiato una Sunny... Boh, non l'avevo mai sentita, prima.
    Qua non esiste il bidet, hanno il doccino, alcuni non usano affatto la carta igienica. Che brutta immagine.
    Ho scoperto che non posso andare in biciglietta perché le donne del posto, avendo il vestito lungo, non ci sono mai andate, quindi farebbe troppo strano se lo facessi; già pensano che sia matta perché sono straniera.
    I proprietari sono omaniti, la gestione è indiana. I tassisti sono tutti omaniti.
    Mi fermano regolarmente, taxi o ragazzi omaniti da soli, per chiedermi se voglio un tour di Salalah o un passaggio. Io gli rispondo "chiedilo a tua sorella" scuotendo il capo, tanto non capiscono la mia lingua e non c'è bisogno che sappiano che parlo inglese. Il fatto è che purtroppo le straniere, gli stranieri, in generale, hanno un po' una brutta fama, perché gli omaniti li vedono negli alberghi che bevono e flirtano e loro hanno questa cultura chiusa, incentrata sulla famiglia numerosissima, per cui per loro è fuori dal mondo pensare di comportarsi con tanta leggerezza in pubblico. Hanno la reputazione da difendere, hanno 75 cugini, 7 fratelli e 15 zii, poi nonni, genitori, parenti acquisiti, cugini di secondo terzo ottavo grado e tutti stanno nello stesso quartiere e conoscono altre mille persone e li vedranno sicuramente mentre fanno l'unica cagata della loro vita, ne parleranno tutti e tutti sapranno. Che mal di testa. Quindi è comprensibile che un omanita mai stato fuori dall'Oman, pensi che il comportamento di una tizia che flirta definisca tutte quelle della sua razza. Non è questione di intelligenza, noi pensiamo di non essere tutti uguali, la verità è che nessuno lo è, solo che da fuori è facile trovare cose che accomunino un popolo. Loro sono così: sono tutte persone perbene molto attente alla loro reputazione. Qui funziona così.
    Tuttavia sono innocui, non che si debba stuzzicare il cane che dorme, ma si può almeno stare tranquilli che un no sia sufficiente. Qui non esiste nemmeno microcriminalità: qualche tempo fa hanno fatto un furto a Salalah ed è sui giornali come titolone della prima pagina da allora. Evento straordinario. Li hanno anche trovati e arrestati.
    Ah, qui il venerdì è superfesta, poi è festa anche il sabato, mentre la domenica invece si va a scuola e a lavoro. Che fissa! Devo ancora abituarmi, è strano... è un concetto strano, che a voltre mi sfugge e mi succede di dire: "Ah, è giovedì..." e poi "è giovedì!". Il venerdì è anche il mio giorno di festa.
    Ah, cazzo, non ho detto la cosa più importante! Cosa ci faccio qui? Faccio la baby sitter a De Mostriciattolis e tutti i suoi pesci di gomma, le crostate di pongo e le varie piste di diverse forme, colori e pendenze. In realtà sono una ragazza alla pari (sì, a trent'anni suonati, e ne vado fiera! A casaccio! OH!), ma come potete immaginarvi la vita mondana di Salalah non offre granché. Per lo più seguo la madre e il bimbo. Negli alberghi internazionali servono alcool e ogni tanto andiamo pure a fare un aperitivo. Giusto! Non solo non c'è il maiale, che mi sembra già abbastanza grave, non c'è nemmeno l'alcool; tranne appunto in quei due o tre punti strategici.
    Per il cibo, so solo che ho mangiato cucina persiana e non era male, staremo a vedere com'è la libanese.
    Intanto ho preso la pasta sfoglia per le lasagne al Carrefour - ebbene sì, c'è il Carrefoure - e sabato mi metterò a farle.
    Hanno due, e dico due, tagli della mucca, sempre quelli, pollo come se non ci fosse un domani, in tutte le salse, cammello e capra. Per fortuna abbiamo trovato un macinato che ci soddisfa, altrimenti sarei tornata a casa perché nessun Paese senza il ragù mi avrà mai.
    Questo è solo il primo mese, ci risentiremo suppongo prima che torni in Italia.

    Edited by slice - 20/1/2017, 21:18
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  1. annamariz2
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    Hola vagabonda!!!
    Che bello questo resconto, mi piace tanto sentirti raccontare della tua straordinaria esperienza! Prima manco sapevo esistesse l'Oman ^^'
     
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